Due poesie

I

Poggio la mano sul petto:
c'è un picchio che fa scandalo.
E spingo
il piede sull'acceleratore: sono omosessuale.

fotografia di Michele Russo

Se segno d'un errore ne è il rumore
non è il caso di dire
che è la frutta
a stare nel vassoio capovolta.
Non dite puttanate come questa.

Avete mai visto le quattro stagioni
ai cento metri piani?
Siamo quattro vite a cena: da quando
d'amore si fa a gara?
Proprio ve ne avanza? Non c'avvelenate la pietanza.

Chissà se è più ridicolo
ch'io porti una cravatta
o metta al contrario una maglietta.
O che alla strana donna
scivoli il vestito sul corpo di gomma,
mentre un amico urla nel sonno <<ho bisogno
di fuggire lontano
voglio uscire da me
aiuto>>.

Si spia l'arcobaleno da una stanza:
non spedite cartoline con su scritte
le nostre quattro lettere.
Quando la vita cena
spingo sul pedale
affinché voi sappiate
che moriremo assieme. 


fotografia di Michele Russo

II

Se tu fossi la notte io
t’andrei
in cielo fuori e dentro in terra,
giù alla fonte
e su al contrario.
Dico meglio: togliamo
di mezzo le stoffe e i capelli persino.
Ancora meglio: viviamo
altrove il quando e il dove.
So
ma che importa ora pensare!
Di più dirò vicina al fare. 

 

Cecilia Samorè

Cecilia Samorè