Le cronache di Magopoli

In esclusiva per Stanza 251, Enzo Fileno Carabba introduce la sua serie di romanzi dedicati alla città immaginaria di Magopoli. A seguire un breve estratto da Battaglia a Magopoli, appena pubblicato.


Fuga da Magopoli, copertina.jpg

Per quanto uno si illuda di scrivere delle storie assurde, c'è sempre una zona del mondo o del tempo in cui queste sono vere. Un tale che si faceva chiamare Parallax, per esempio, nella seconda metà dell' Ottocento riusciva a convincere tutti quelli con cui parlava che la Terra fosse piatta. Convinse anche la figlia sedicenne della lavandaia, e dopo la sposò. Chiarì che la luna è trasparente. Inventò la vita eterna. Da allora i suoi seguaci si sono moltiplicati e le credenze scientifiche del XX secolo non hanno scalfito le loro certezze. 
I due volumi di Magopoli non raccontano la vita di Parallax (la scrivo un' altra volta). Però parlano di un mondo dominato dalla magia, un mondo in cui si crede che la Terra sia piatta. Idee come la Terra sferica sopravvivono nelle campagne, sono considerate superstizioni per ciarlatani e gente arretrata. Proibito possedere mappamondi. Le macchine agiscono, ma le persone non sanno perché. Albert Einstein è considerato un demone feroce che aspetta i viaggiatori incauti alla fine del mondo.  A Magopoli ci si aspetta che i ragazzi sui tredici anni, se non prima, comincino a sviluppare poteri magici. C'è chi si rende conto di non averli, ma sarebbe una vergogna insostenibile, allora finge per sopravvivere.  Ma  forse qualcuno combatterà.
Non ho mai capito se sia meglio combattere o fuggire, ecco perché il primo volume si intitola Fuga da Magopoli e il secondo Battaglia a Magopoli. Il primo è un libro per bambini, il secondo un libro per ragazzi. Il mondo di cui parlano mi ha appassionato al punto che non ho più smesso di pensarci e ora sto scrivendo una storia per adulti ambientata a Magopoli. Vorrei coprire tutte le età dell'uomo, così da perseguitare il lettore fino all'estrema vecchiezza.

Battaglia a Magopoli, copertina.jpg

Rileggendo quanto scritto finora mi sono reso conto che parla del rapporto tra magia e scienza, argomento di cui non so niente. Per lunghi anni, in altri libri, ho scritto di mondi magici. Associavo la parola magia a una sorta di felicità mentale, non a caso si parla di momenti magici. Oppure a una forma di oscurità, non a caso si parla di magia nera, ma sempre immaginando esaltanti condizioni della mente. Però a un certo punto ho cominciato a immaginare la noia di un mondo dove la magia fosse obbligatoria. Una serie ininterrotta di momenti magici diventerebbe un incubo. 
A Magopoli i bambini sono sottoposti a una forte pressione: devono essere fantastici, o almeno prodigiosi. Cosa possono fare? Provare ad esserlo davvero? Fingere? Ma non dobbiamo sottovalutare la pressione a cui sono sottoposti i genitori. Anche loro forse a volte fingono. “Dobbiamo avere il coraggio di essere inadeguati” ho sentito dire da un prete molto bravo. Può darsi che una qualche forma di pressione sia sempre esistita. Magari era terribile vivere nell'antica Grecia. Se eri un bambino grasso vedere tutte quelle statue dai corpi perfetti doveva essere insopportabile.
Magopoli prevede dei programmi di rieducazione per recuperare le persone non conformi all'ideale magico. Tali programmi possono essere traumatici. Non sempre funzionano. Infatti esistono i non adatti. Costoro non sono quelli che, non credendo nei suoi valori, si oppongo a Magopoli. Quella è un'altra storia. I non adatti ci credono, solo che non riescono ad adeguarsi, avvertono oscuramente che qualcosa non torna e così diventano violenti verso gli altri o verso se stessi.
Tre tipi di intelligenza si confrontano a Magopoli: quella contraddittoria degli umani, quella delle macchine che li spiano e quella dei polpi, completamente diversa.
Magopoli si regge sulla tecnologia eppure vi regna  il culto dell'intuizione. Asimov nel  1980 ha scritto: “C'è un culto dell'ignoranza negli Stati Uniti e c'è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi 'la mia ignoranza vale quando la tua conoscenza'”. Ho provato a immaginare un mondo dove questo fosse portato alle estreme conseguenze. Ho notato che già ora, agli incontri letterari, arriva quasi sempre una domanda del tipo: “Ma lei per scrivere un libro si affida all'intuizione o alla ragione?”. Se uno parla di intuizione fa un'ottima figura, mentre se accenna al fatto che anche la ragione ha la sua parte l'entusiasmo si smorza.
A Magopoli, dicevo, credono che la terra sia piatta. Ma non volevo deridere le credenze del passato e alludere al fatto che noi siamo più furbi. Al contrario. Quando per esempio sento concetti del tipo “Democrito in fondo  era abbastanza bravo perché aveva quasi capito la struttura della materia come l'abbiamo capita noi che la sappiamo lunga” sento un forte disagio. Forse siamo noi che in fondo siamo abbastanza bravi perché abbiamo quasi capito quello che aveva capito Democrito. 
Sicuramente ci sono verità in cui noi crediamo fermamente che agli uomini del futuro appariranno ridicole. Possiamo credere alle cose più assurde e utilizzare un'intelligenza meravigliosa per convincerci che le abbiamo dimostrate. È affascinante la capacità di illusione del genere umano. Una geniale idiozia. L'immaginazione, che di solito colleghiamo alla libertà, è anche terra di conformismo. Magopoli parla della difficoltà e la bellezza di vivere in equilibrio su tutto questo. Per quanto uno possa criticare gli uomini, passerà molto tempo prima che ci sia data la possibilità di diventare qualcos'altro.


da: Battaglia a Magopoli di Enzo Fileno Carabba, edizione Marcos y Marcos, 2017


Una discesa nel buio.
Quando, scendendo lungo il pendio, trovammo le buche e i sacchi vuoti che segnavano il confine del regno degli zombi del fango, dissi: «Preparati».
In breve fummo circondati, come l’altra volta, da individui che sembravano usciti da una tomba per trasferirsi là sotto il viadotto, senza neanche avere il tempo di passare da un parrucchiere. 
Non ricordavo più le rassicuranti parole del mendicante incappucciato: ebbi paura.
«Certo che appena ti ritrovo mi cacci subito in una situazione del genere» mormorò Igor.
Ma per fortuna era bravissimo a simulare di essere un grande mago, conoscitore di spaventosi segreti. Nella nostra avventura precedente avevo imparato che è una cosa che può salvarti la vita. Mentre quelli si avvicinavano a noi Igor alzò le braccia verso il cielo, o meglio verso il ventre di cemento del viadotto, e disse solennemente: «State lontane, creature delle tenebre tenebrorum. O vi annienterò chiamando il mio potentissimo servo demone Esarca Smaragdos di Galbino. Volete forse che evochi il terribile servo demone Esarca Smaragdos di Galbino dalle profondità sconosciute della terra terrarum?»
E qui Igor spalancò gli occhi; riusciva a ribaltarli mostrando solo il bianco, per rendere ancora più terribili le proprie parole. 
Più che occhi erano uova sode sul punto di cadere. 
Si trattava di intimidire esseri infernali.
«Ecco un altro cretino» disse uno zombi.
«Chiamalo, questo Esarca Smaragdos di Galbino, se è tuo amico» disse un altro.
«Bah, se ci tiene…»
Non era la reazione sperata.


Enzo Fileno Carabba

Enzo Fileno Carabba

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