I colori del rumore

Fondatore di etichette musicali quali Final Muzik e Loud!, tastierista dei Meathead di Teho Teardo, attivo costruttore di collaborazioni con altri musicisti. Questi  sono solo alcuni degli aspetti dell'attività di Cristiano Deison.

Il suo percorso sonoro si sviluppa attraverso territori sonori ibridi decisamente fuori da generi facilmente etichettabili.

Punto di partenza il tape-network degli anni '80 all'interno del quale una fitta rete di scambi con artisti e fanzine circuitava materiale audio stimolante e originale.

Alcune delle produzioni veicolate in Italia e in Europa in quegli anni attraverso la rete postale costituiscono oggi veri e propri oggetti di culto.

Il noise, grande protagonista di quello scenario, costituisce l'elemento centrale del lavoro di Deison, quasi un anello di congiunzione attraverso il tempo.

Deison lo coniuga con un linguaggio tutto personale; in forme astratte, piene di sfumature, lontane da ogni impatto violento.

I suoni partono prevalentemente da registrazioni sul campo con microfono e registratore a nastro per poi essere trattati con effetti e infine mixati con l'ausilio di specifici programmi.

Il suono parla più di cura e abilità artigianale che di freddo processo di ripetizione industriale.

Field-recording, suoni processati elettronicamente, noise, nastri, samples, loops sono gli ingredienti che miscela producendo una condizione altamente evocativa.

Il suono scorre fluidamente aprendo spazi di introspezione, scenari mobili nei quali chi ascolta viene trasportato come su una imbarcazione lungo un fiume.

La sua ricerca assomiglia ad una continua mutazione e la collaborazione ne è il principale strumento per trovare strade nuove e sperimentare soluzioni diverse.

Tutto ruota intorno all'idea dello scambio e del confronto, senza un punto predefinito di arrivo, totalmente aperti a ciò che potrà nascere dalla contaminazione

Non mi sorprende che Deison dichiari di preferire la registrazione in studio rispetto alla dimensione live e che si esibisca sempre più frequentemente in ambienti e contesti più raccolti dove l’attenzione all’ascolto è fondamentale.

 Breve intervista a distanza con Cristiano Deison

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 Cosa ti ha interessato o incuriosito tanto da spingerti a cominciare a lavorare con i suoni?

Principalmente una forte curiosità verso i suoni in tutte le loro forme.  L’intenzione è sempre quella di mescolarli per creare atmosfere che, se all’inizio erano concentrate su cut-ups, noise e tape collage, successivamente si sono ripiegate sul noise puro. 

Indagando ancora più a fondo ho cercato di spogliare la massa rumorosa  per arrivare a del materiale diciamo molto più “silenzioso”.

L’idea di potere creare delle sensazioni dalla semplice manipolazione e mescolanza dei suoni mi affascina da sempre, spesso solo due suoni combinati assieme possono trascinarti in un’altra realtà.  Quindi lavoro proprio su questo e spesso inseguo i suoni nel loro divenire altro.

Sono sempre stato attento ai suoni e rumori nascosti che ci circondano, quelli laterali, quelli impercettibili ma anche quelli più fragorosi. Nel silenzio puoi captare molta “musica” ed è questo che mi piace introdurre nelle mie registrazioni, quindi spesso mi soffermo a registrare qualsiasi rumore per amplificare il silenzio.

Da dove vengono i suoni dei tuoi lavori?

Sono fortemente attratto dal “suono” indipendentemente dal contesto in cui è inserito e attento a quei rumori che ci circondano quotidianamente e che creano una colonna sonora il più delle volte ignorata.

Anche se si tratta di un ascolto laterale può diventare un’esplorazione uditiva che a volte genera mondi immaginari.

I rumori che in altri contesti sono “normali” in una situazione pressoché di quiete diventano delle vere e proprie esplosioni) e sono l’intuizione o ispirazione per la nascita di nuovi elaborati.

Per cui utilizzo spesso dei field recordings e campionamenti mescolandoli a suoni elettronici processati. Uso  la modalità del loop e drone per creare delle ripetizioni che in qualche modo possano incantare o evocare delle visioni.

E’ l’energia che sprigionano quello che mi affascina.

E' il progetto che nasce per primo e poi viene sviluppato con i suoni oppure sono i suoni che materializzano un'idea?

Per quanto riguarda le mie composizioni in “solo” di solito i miei progetti nascono da una serie di suoni su cui sto lavorando, spesso loops, bordoni o field-recordings da cui scaturiscono delle componenti visive molto forti, che mi ispirano dei veri e propri paesaggi e stati d’animo; contestualmente con il procedere delle registrazioni assemblo anche del materiale grafico in linea con il tema in questione che rimandano ai suoni e viceversa.

Da questi due ambiti nascono delle idee che vanno a caratterizzare l’intero lavoro.

Nel tuo lavoro è molto frequente la collaborazione con altri artisti. Cosa ne pensi? Hai progetti futuri?

Nelle collaborazioni c’e’ spesso quell’ idea di imprevedibilità’ che solitamente porta a risultati inaspettati difficilmente percorribili in solitaria, si tratta di una sfida a mettere in discussione il proprio processo di creazione sonora seguendo nuove direzioni; si possono scoprire nuovi metodi di approccio alla composizione, alla elaborazione dei suoni subendo la fascinazione dei rumori e suoni che hanno avuto origine in altri contesti e in altre teste.

Tutto ciò è molto utile anche per il percorso “solista” che deve essere sempre sollecitato e messo in discussione.

Nel futuro ci sono parecchie nuove registrazioni in cantiere ed alcuni dischi che prima o poi verranno pubblicati, al momento sto collaborando con un’artista visivo in un progetto di dialogo suono-pittura in cui il mio compito è quello di “amplificare” la sua performance.

 

Per approfondire il lavoro di Cristiano Deison ecco qua:

 http://www.deison.net

 http://deison.bandcamp.com

 https://www.youtube.com/playlist?list=PLvITePc6pmkAzpq4JxWzva74dzi25rNB_

 https://soundcloud.com/deizon

 

DANIELE CIULLINI