Linda Bruhne - Something in the Veil

Per me la pittura è uno spazio in cui posso essere libera di sperimentare e creare nuove realtà. Quando inizio un dipinto, non ho un'idea precisa del risultato finale, non c'è un percorso lineare, non faccio schizzi e non faccio un piano - il mio lavoro si sviluppa invece durante l‘atto del dipingere, aggiungendo e togliendo, ricoprendo delle parti. È un processo imprevedibile, pieno di coincidenze e incidenti. Poi, quando si guarda il dipinto, si vede un insieme di forme e colori, pian piano l‘occhio riconosce elementi figurativi ma non riesce a stabilizzarsi perché c’è un continuo cambiamento in corso. Esiste una coerenza tra il processo creativo e ciò che raccontano le mie opere: un difficile percorso in cerca di certezze, sicurezze e univocità. La ricerca di certezze nella vita corrisponde alla ricerca pittorica della forma. Nella mia pittura, la forma è in via di dissoluzione, è un'illusione di forma e quindi anche di certezza. La narrazione nei miei paesaggi immaginari si svolge in una sorta di giardino di rose nel quale si sente il diritto a una vita felice. Si va per la propria strada pensando di trovare un roseto. Tuttavia, queste presunte rose si rivelano essere piante imprevedibili, indefinibili e pericolose.

For me, painting is a space where I can be free to experiment and create new realities. When I start a painting, I don't have a clear idea of the end result, there is no linear path, I don't sketch or make a plan - instead, my work develops during the act of painting, adding and removing, covering parts. It is an unpredictable process, full of coincidences and accidents.Then, when you look at the painting, you see a set of shapes and colors, slowly the eye recognizes figurative elements but cannot stabilize itself because there is constant change going on. There is a coherence between the creative process and what my works tell: a difficult journey in search of certainty, security and unambiguousness. The search for certainty in life corresponds to the pictorial search for form. In my painting, form is in the process of dissolution, it is an illusion of form and therefore also of certainty. The narrative in my imaginary landscapes takes place in a kind of rose garden in which one feels the right to a happy life. One goes on one's way thinking that one will find a rose garden. However, these supposed roses turn out to be unpredictable, indefinable and dangerous plants.

Linda Bruhne

Un flusso di energia qui tende a riempire l'intero spazio con vegetazione esuberante, paesaggi sovrapposti, profondità misteriose, corpi umani, materie in trasformazione. Ma la seducente brillantezza dei colori potrebbe nascondere un'intensa inquietudine, un'oscura condanna a riempire lo spazio visivo con ogni possibile dettaglio.

A flow of energy here tends to fill the entire space with exuberant vegetation, overlapping landscapes, mysterious depths, human bodies, transforming matter. But the seductive brilliance of the colors may hide an intense restlessness, a dark conviction to fill the visual space with every possible detail.

Stanza 251


 Linda Bruhne è un’artista tedesca nata a Bangkok, Thailandia. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, città che tutt’oggi mantiene come base di vita e lavoro insieme a Berlino e Amburgo. Ha portato avanti la sua attività artistica sia in Germania che in Italia e ha esposto in spazi espositivi e gallerie Tedesche, Svizzere e Italiane, le principali sono: Galerie Gardy Wiechern, Galerie Ruth Sachse, Galerie Art 333.

Linda Bruhne is a German artist born in Bangkok, Thailand. She graduated from the Academy of Fine Arts in Florence, a city that she still maintains as her base for living and working together with Berlin and Hamburg. She has pursued her artistic activity in both Germany and Italy and has exhibited in German, Swiss and Italian exhibition spaces and galleries, the main ones being: Galerie Gardy Wiechern, Galerie Ruth Sachse, Galerie Art 333.


Abbiamo denominato “Il Ridotto” un progetto espositivo speciale di Stanza 251. Si tratta dell'utilizzo della saletta di ingresso del nostro spazio espositivo come luogo esclusivo in cui realizzare una programmazione “ad assetto variabile”. Una sorta di “project room”, una dimensione più raccolta ed intima che ospiterà una singola opera (o un allestimento) di uno specifico artista, per un tempo più breve rispetto alla durata delle mostre personali contemporaneamente allestite negli spazi adiacenti. Nelle nostre intenzioni “Il Ridotto” sarà un modo per concentrare l'attenzione su particolari opere, con uno sguardo più attento e profondo. Prevediamo di organizzare una serie esposizioni a rotazione veloce, scandite secondo un calendario molto agile e flessibile. Tutte le iniziative allestite nel Ridotto saranno puntualmente pubblicizzate attraverso i consueti canali sociali di cui ci serviamo e contribuiranno a definire in modo accurato le linee di ricerca privilegiate da Stanza 251.

We have called 'Il Ridotto' a special exhibition project of Stanza 251. It involves the use of the entrance room of our exhibition space as an exclusive place in which to realise a 'variable set-up' programme. A sort of 'project room', a more intimate dimension that will host a single work (or installation) by a specific artist, for a shorter time than the duration of the solo exhibitions simultaneously set up in the adjacent spaces. In our intentions, 'Il Ridotto' will be a way to focus attention on particular works, with a closer and deeper look. We plan to organise a series of exhibitions in quick rotation, marked out according to a very agile and flexible calendar. All the initiatives set up in the Ridotto will be punctually publicised through the usual social channels we use, and will help to accurately define the lines of research favoured by Stanza 251.

Carlo Zei