Loop-Quantum-Gravity: La musica di Strufaldi e Rosati

Sono arrivato alla loro musica con un giro larghissimo, come succede spesso in rete e nella vita reale, seguendo link, nomi e luoghi che a posteriori forse non sono del tutto casuali. A partire da una mostra di arte contemporanea tenuta presso lo studio di architettura Lato a Prato dove Tommaso Rosati con l’alias Tomme produce una performance live: visito la mostra ma mi perdo il live, e, curioso, cerco.

E trovo. Ascolto e scopro un batterista jazz, e anche un musicista elettronico che sviluppa e programma i propri strumenti software: lo contatto e mi suggerisce materiale da ascoltare del suo progetto – Ruprekt - in duo con Samuele Strufaldi.

E’ un flash immediato, le note riverberate del piano elettrico di Samuele si frantumano su i glitch, intrecciano loop brevissimi e costruiscono, sempre in un equilibrio instabile, sculture dinamiche di grande valore emotivo.

E’ un flusso costruito su partiture grafiche glaciali e bellissime, supporto per immaginare una musica, qualunque sia, classica, sperimentazione, invenzione, sospensione.

E come succede spesso mi perdo e li perdo e li ritrovo, questa volta con il piano elettrico sostituito dal pianoforte a coda, a delimitare i campi, quello acustico e quello elettronico e aggiungere spazio.

Esce un album, “1.15k”, per Auand nel 2019, con aperture e microsuoni , respiri e inciampi. La composizione incontra l’improvvisazione, l’elettricità attraversa il corpo acustico come rete nervosa.

E’ seguito nel 2020 da “Profondo”, registrato live alla Sala Vanni di Firenze che ci accompagna in un percorso verticale dove si allineano le forme e le ombre senza mai definirsi completamente tra delicatezza e oscurità.

Un ascolto ipnotico, dove occorre trattenere il respiro per seguire gli scostamenti e le fratture della tensione strutturale , una musica che sarà sempre contemporanea.

(Roberto Cagnoli)

Il progetto in duo tra Samuele e Tommaso nasce come un esperimento narrativo.

La musica diventa strumento per raccontare, dipingere, delineare dei microcosmi, delle storie, in un processo di dialogo e traduzione. Le composizioni si ritrovano ad essere “colonne sonore” di una pellicola immaginaria, profonda e celata tra le ricerche timbriche e formali.

Partendo solitamente dal soggetto della composizione, il processo di stesura del materiale musicale abbraccia i dettagli scelti di quest’ultimo, come un abito su misura, fino ad arrivare alla realizzazione di software costruiti ad-hoc (Rosati) per l’espressione del suo contenuto, in un processo di analisi e sintesi delle forme e delle fasi evolutive.

Il materiale musicale viene tradotto spesso in segni e textures grafiche sulla partitura accompagnate da indicazioni scritte, che lasciano all’interprete una parte della scelta degli elementi che andranno a costituire la storia.

L’interscambio tra soggetto-musica-grafica-improvvisazione costituisce lo scheletro del lavoro del duo che si muove in più dimensioni, in costante dialogo tra loro.

Da: Samuele Strufaldi / Tommaso Rosati, “Profondo” – 2020 (Bandcamp)