Enrico Bertelli - Resine

Le opere su tela di Enrico Bertelli realizzate con le resine sono una delle varie linee di ricerca di questo artista, da sempre molto legato ad un'idea di libera sperimentazione. Nella sua disciplina pittorica il lavoro si svolge infatti senza troppe preoccupazioni di rispettare le regole di una accademica “buona” esecuzione delle opere. La sua pratica artistica è avventurosa e contiene una specie di intimo nucleo punk che determina una felice disinvoltura nel servirsi degli strumenti tecnici. Bertelli ha coltivato fin dall'inizio della sua storia di pittore una fresca disponibilità ad accettare l'incidente imprevisto, in nome di una sensibile apertura all'evento inteso come puro dispiegarsi di una forza più originaria ed incandescente, capace di introdurre dentro l'oggetto finito una possibilità ulteriore, un supplemento di autenticità.  La necessità di rifuggire da un esercizio troppo ornamentale del linguaggio pittorico ha condotto Enrico Bertelli alla costruzione di privati scenari di anti-decorazione, ma questa ricerca nelle sue resine su tela approda – per una paradossale conseguenza poetica – al suo contrario, ad una compiuta dimensione di estatica pienezza formale. Ci troviamo così davanti ad uno splendore senza orpelli, incontriamo significati dinamici e stratificati,  mantenuti entro il perimetro di un caldo minimalismo. 

Stefano Loria

Enrico Bertelli's works on canvas made with resins are one of the various lines of research of this artist, who has always been very attached to an idea of free experimentation. Indeed, in his painting discipline, the work is carried out without too much concern for adhering to the rules of an academic “good” execution of the works. His artistic practice is adventurous and contains a kind of intimate punk core that determines a happy nonchalance in the use of technical tools. From the very beginning of his history as a painter, Bertelli has cultivated a fresh willingness to accept the unforeseen accident, in the name of a sensitive openness to the event understood as the pure unfolding of a more original and incandescent force, capable of introducing within the finished object a further possibility, a supplement of authenticity.  The need to shy away from an overly ornamental exercise of pictorial language has led Enrico Bertelli to the construction of private scenarios of anti-decoration, but this quest in his resins on canvas lands - by a paradoxical poetic consequence - to its opposite, to an accomplished dimension of ecstatic formal fullness. We thus find ourselves before a splendor without frills; we encounter dynamic and layered meanings, kept within the perimeter of a warm minimalism. 

Stefano Loria  


Enrico Bertelli è nato a Livorno il 6 agosto 1959, vive e lavora tra Livorno e Parigi. A proposito della sua pittura dice: “ Il mio intento principale è quello di mostrare la mia idea del mondo. Vorrei andare contro l'arroganza, soprattutto l'arroganza dell'evidenza. Guardando uno dei miei quadri, spero si percepisca il tentativo di dare valore alle cose trascurate, alle cose non viste, alle cose marginali, agli errori. Certamente mi occupo degli aspetti estetici di un quadro, perché alla fine il quadro (per quanto banale possa essere) deve piacermi. Ma il progetto estetico deve passare attraverso il filtro del piano concettuale”.

Enrico Bertelli was born in Livorno on August 6, 1959, and lives and works between Livorno and Paris. About his painting he says, “ My main intention is to show my idea of the world. I would like to go against arrogance, especially the arrogance of evidence. Looking at one of my paintings, I hope you can perceive the attempt to give value to the neglected things, the unseen things, the marginal things, the mistakes. Certainly I am concerned with the aesthetic aspects of a painting, because in the end I have to like the painting (however trivial it may be). But the aesthetic project must pass through the filter of the conceptual plane.”


Abbiamo denominato “Il Ridotto” un progetto espositivo speciale di Stanza 251. Si tratta dell'utilizzo della saletta di ingresso del nostro spazio espositivo come luogo esclusivo in cui realizzare una programmazione “ad assetto variabile”. Una sorta di “project room”, una dimensione più raccolta ed intima che ospiterà una singola opera (o un allestimento) di uno specifico artista, per un tempo più breve rispetto alla durata delle mostre personali contemporaneamente allestite negli spazi adiacenti. Nelle nostre intenzioni “Il Ridotto” sarà un modo per concentrare l'attenzione su particolari opere, con uno sguardo più attento e profondo. Prevediamo di organizzare una serie esposizioni a rotazione veloce, scandite secondo un calendario molto agile e flessibile. Tutte le iniziative allestite nel Ridotto saranno puntualmente pubblicizzate attraverso i consueti canali sociali di cui ci serviamo e contribuiranno a definire in modo accurato le linee di ricerca privilegiate da Stanza 251.

We have called 'Il Ridotto' a special exhibition project of Stanza 251. It involves the use of the entrance room of our exhibition space as an exclusive place in which to realise a 'variable set-up' programme. A sort of 'project room', a more intimate dimension that will host a single work (or installation) by a specific artist, for a shorter time than the duration of the solo exhibitions simultaneously set up in the adjacent spaces. In our intentions, 'Il Ridotto' will be a way to focus attention on particular works, with a closer and deeper look. We plan to organise a series of exhibitions in quick rotation, marked out according to a very agile and flexible calendar. All the initiatives set up in the Ridotto will be punctually publicised through the usual social channels we use, and will help to accurately define the lines of research favoured by Stanza 251.

Carlo Zei