Ricominciare a fumare / La nuova ruga

Simone Lisi fotografato da Carlo Zei

Simone Lisi fotografato da Carlo Zei

Ricominciare a fumare

Ho ricominciato a fumare, ma di nascosto. Ogni notte quando Diana va a letto io faccio una piccola sigaretta con l’erba legale che compro al negozio semi invisibile di piazza dei ciompi, e fumo affacciato senza che nessuno mi veda. Diana la mattina mi guarda e mi dice: che per caso c’è puzzo di fumo? Che per caso hai fumato di nuovo? Io nego. Nego anzi mi offendo, ci rimango male, come puoi dire anzi pensare una cosa del genere, perché so che l’attacco è la miglior difesa. Ma il punto non è questo. Vedo delle cose, dalla mia finestra, cosa di cui non posso parlare. Perché non c’è motivo che io sia affacciato alla finestra. E di conseguenza come ho potuto vedere certe cose? Non posso neanche dire che ero affacciato così, tanto per distrarmi guardando fuori, dal momento che è inverno, ci saranno zero gradi. Fa freddo. Che ci facevi affacciato alla finestra, se come dici non hai ricominciato a fumare? Quindi non dico niente a Diana. Ma io vedo delle cose, ogni sera. Ho visto delle cose. Sono stato testimone di fatti che mai avrei pensato di vedere, anzi si potrebbe dire che adesso io so tutto. Ho capito come stanno le cose. Resta il problema principale, ovvero come fare a dirlo, dal momento che la mia presenza affacciato alla finestra è e rimane ingiustificabile, a meno

che io non confessi a Diana che ho ricominciato a fumare. Ma questo non avverrà mai, sarebbe tremendo, perderei tutto il credito che ho con lei e questo è inaccettabile. Le cose che ho visto accadere in queste notti d’inverno, sotto alla mia finestra, cose come ho detto terribili e sconvolgenti, cose che se io avessi detto avrei anche potuto evitare si ripetessero, rimangono sospese nella mia mente e in queste poche parole di contorno. 


La nuova ruga

Da qualche tempo ho una nuova ruga sul viso. Ha la forma di V, ai due lati della fronte e mi viene fuori di notte, poi col giorno a poco a poco se ne va. All’inizio la cosa mi ha fatto una grande impressione, il primo o secondo giorno che ci ho fatto caso. Ho provato a capire, facendo delle espressioni facciali, in che modo io dormissi per far uscire quella ruga, sollevando gli occhi, corrugando le sopracciglia, ma non ne sono venuto a capo. Forse dormo con la faccia schiacciata sul cuscino, ho pensato, eppure ero sicuro di dormire a pancia in su. Ho anche comprato da NaturaSì

una crema per il viso. Mi sono fatto consigliare da una commessa che non la smetteva più di parlare e mi ha suggerito sei o sette creme molto costose, e una che costava poco e alla fine ho preso quella. Me la metto la sera, seppur non me ne ricordi sempre, tuttavia la mattina le due rughe a forma di V ci sono lo stesso. La crema viso di NaturaSì ha tuttavia avuto però un effetto positivo e cioè ho smesso di guardarmi allo specchio, al mattino. Mi lavo la faccia e i denti guardano da un’altra parte, guardando la lampadina, o il telefono cellulare.  È successa però una cosa particolare. L’altro giorno a un concerto di musica da camera ho incontrato il mio vecchio amico S. Lui è un medico di successo, quello che si potrebbe definire uno stimato professionista, sempre molto elegante e gentile. Con S. siamo amici per questioni che esulano dalla sua professione, anche se in effetti lui è il mio medico di base. Ci conosciamo da prima, per questioni che riguardano quello che si potrebbe definire il campo artistico, infatti sia io che lui siamo scrittori, o per lo meno aspiranti scrittori, o scrittori della domenica, o abbiamo una considerazione troppo alta della scrittura per poterci definire così senza che ci venga da sorridere. Tuttavia è quello che sogniamo io e S., giorno e notte, solo di quello ci importa. Proprio l’altra sera al concerto di musica S. mi ha rivelato, assicurandosi che evitassi di farne menzione con nessuno almeno per il momento poiché ancora cosa non era cosa sicura, che probabilmente una sua raccolta di racconti verrà presto pubblicata da una prestigiosa casa editrice. Io mi sono complimentato con lui, con gioia per la sua buona notizia, notizia che in un certo senso ci rende più vicini ancora, giacché anche lui come me, avrà presto il suo libro di racconti pubblicato e il suo ruolo di scrittore sarà così ufficialmente confermato. Tuttavia ho notato qualcosa in lui, un particolare di cui poi ho chiesto anche a Diana se avesse notato, giacché intanto lei era poco lontano a conversare con la moglie di S. e solo dopo ci siamo riuniti. Hai notato qualcosa di diverso in S.?, le ho domandato. Non direi, a che ti riferisci?  Non ti sembra che avesse due nuove rughe a forma di V, sulla fronte?  Rughe? A forma di V? Non direi, non mi sembra, anzi l’ho visto con il viso più rilassato di un tempo.  La nuova ruga tuttavia è là, presente in lui come in me, forse invisibile a chiunque altro che non sia noi, ma c’è. La nuova ruga sta sulle nostre fronti a confermare che a tutti gli effetti, ora sì, siamo degli scrittori. 


Simone Lisi fotografato da Carlo Zei

Simone Lisi fotografato da Carlo Zei

Simone Lisi è uno scrittore fiorentino fra i più apprezzati della Stanza 251. Si è laureato in filosofia con una tesi su "Il castello" di Franz Kafka, ha vissuto a Madrid, a Siviglia e nell’isola di Malta per ragioni di studio e sentimentali. Molto attivo in rete, ha pubblicato racconti su “Scrittori Precari”, parla di calcio e di altro su “In Zona Cesarini” e di cinema e letteratura sul recente nato “In fuga dalla bocciofila”. Studia francese a tempo perso. Nel 2018 ha pubblicato il romanzo Un’altra cena per ia casa editrice effequ.

Simone Lisi