Il suono degli oggetti

Il ginevrino Laurent Peter a.k.a D’incise conduce ormai da diversi anni una sua personale ricerca sul rapporto fra oggetti e suono. Il tema, peraltro presente nel lavoro di altri sperimentatori elettroacustici, viene però raccolto e sviluppato da lui con un rigore ed una essenzialità del tutto particolari. D’incise è prima di tutto un esploratore del suono, un meticoloso analizzatore della voce che oggetti e materiali diversi sono in grado di produrre.

La sua ricerca non si avvale di strumenti particolari se non di una sorta di bussola interiore che gli permette di navigare e spostarsi nel mare magnum delle sorgenti sonore senza perdere la rotta. Oggetti di uso quotidiano e strumenti a percussione, molto spesso tipici di culture musicali extra-europee, sono i componenti abituali dei suoi set ma anche piccole costruzioni o assemblaggi in grado di generare suono sono fra i protagonisti dei suoi concerti.

E la tecnologia? verrebbe da chiedersi, che ruolo gioca nella sua ricerca? Nel panorama del suono di ricerca così ampiamente dominato dall’ elettronica D’incise ne fa un uso molto limitato; quel tanto che basta per elaborare con un software i suoni derivati dagli oggetti scelti poiché acusticamente più interessanti. Oppure per costruire con l’ausilio di un laptop una base sulla quale andare poi ad intervenire con le diverse voci generate dai diversi materiali.

I suoi set non giocano sull’ ampiezza o sulla quantità dei suoni prodotti. D’incise preferisce scavare e distillare le singole sorgenti fatte di legno, metallo o pelle animale. Nei suoi processi creativi mette sotto la lente d’ingrandimento piccoli dettagli o frammenti sviluppandoli con lentezza e dilatazione estreme. Radicalismo, minimalismo, iterazione sono i linguaggi con i quali decostruisce le realtà sonore scelte spingendosi anche alla costruzione di flussi ripetitivi che attraversano il set. Ogni occasione è l’opportunità per la costruzione di un set-up specifico tanto che il contesto sia di esecuzione dal vivo che di registrazione in studio.

Ma D’incise riesce anche a sviluppare la propria ricerca all’ interno di un contesto sonoro più ampio e cioè l' Insub Meta Orchestra. Nato nel 2010 l’ ensemble di improvvisazione appare decisamente composito tenendo insieme la viola con la chitarra elettrica, il flauto con l’elettronica in un delicato equilibrio. Condotta con un minimalismo ed una ricerca timbrica rigorosi l’esperienza dell’ Insub Meta Orchestra regala all’ ascoltatore tessiture sonore assolutamente originali nelle quali, grazie alla loro essenzialità, anche i suoni sulla carta più lontani, trovano poi nell’ esecuzione una loro amalgama assolutamente priva di forzature. Il suono non è più quello del singolo bensì la fusione in un “altro” generato collettivamente.

1.jpg

Qualche domanda e qualche risposta per approfondire la narrazione:

1_Cosa ti ha interessato o incuriosito abbastanza da spingerti a iniziare a lavorare con i suoni?

Penso che sia stata l'idea della libertà di scegliere o immaginare le proprie regole, logica o ragioni su come fare musica. Uno dei primi musicisti in questo campo che ho scoperto è stato Pierre Henry quando avevo circa 17 anni. E avendo già familiarità con gli aspetti tecnici ed elettronici attraverso la sfera dei sistemi audio e la scuola che ho fatto,era naturale iniziare a fare musica con frammenti e ritagli sonori. Sono stato anche rapidamente influenzato dal free jazz, che mi ha dato un'altra forte apertura mentale, e mi ha anche portato a iniziare a improvvisare con un mix di laptop e oggetti.A questo punto potrei citare tutta la storia della musica sperimentale !!!E ho avuto la fortuna di avere nella mia città Ginevra uno dei migliori locali del mondo, il Cave12, dove ho potuto ascoltare tutti gli eroi EAI, liberi, riduzionisti, ecc. Degli anni 2000, è stata la migliore scuola di sempre!

Ebbene, è un tale sollievo ascoltare musica che non sia fatta di stupide melodie che ti rimangono in testa per giorni .. molte persone non lo capiscono, ma il rumore o i suoni "astratti" possono essere così rilassanti, ahah…

2_È il progetto che nasce prima e poi è sviluppato con i suoni o sono i suoni che materializzano un'idea?

La cosa è cambiata grazie alla mia (ancora breve) esperienza. Sono passato lentamente dal collezionare suoni e comporre con essi, a un approccio più "immediamente concettuale".

La mia attenzione si indirizza più sui riferimenti culturali intorno ai suoni o alla musica. Questo si accorda con il fatto che adesso  sto componendo  principalmente musica "strumentale" e molto meno elettroacustica,anche se ho usato ancora molti "nastri di sottofondo" nei miei pezzi, dove lavoro sulla qualità dei suoni registrati. Sono anche estremamente affascinato da molta musica tradizionale, per lo più "extra-europea", ma non solo. Tra l’altro mi rivela quanto la liuteria "western" con la sua maestria abbia ridotto anche il nostro campo acustico e come percepiamo i suoni (come dissonanti, ecc.).

3_Qual è la differenza tra quando sei in studio, quindi quando registri qualcosa e quando devi suonare dal vivo?

La maggior parte del mio lavoro in questo momento è pensato e mirato ad essere eseguito in situazioni di concerto mentre lo studio diventa il posto dove registrarlo in un modo molto classico. Ma lo studio è naturalmente anche il luogo di lavoro dove posso scavare nelle scatole degli oggetti che ho raccolto negli anni. Questo è anche un posto dove posso lavorare sulla microfonatura o su un set-up pesante con cui non sarebbe facile viaggiare. Ad esempio ho spesso registrato più volte i suoni elettronici che voglio utilizzare in un pezzo, attraverso varie configurazioni di altoparlanti o “riverbero a molla” fatto in casa, cercando di cogliere il modo in cui questi si trasformano in qualcosa con una fisicità rilevante.

4_La collaborazione con altri artisti è molto frequente nel tuo lavoro. Cosa ne pensi?

Tanto per le idee condivise quanto per la diversità sonora che porta, le collaborazioni sono davvero la maggior parte delle mie attività. Qui devo dire con forza che avrei molte meno cose a che fare senza il mio caro e amico e collaboratore di lunga data Cyril Bondi, senza il quale forse alcuni progetti non esisterebbero (come l' Insub Meta Orchestra).È anche nella mia logica preferire di fare ogni volta progetti specifici, con le loro problematiche, che spesso sono direttamente correlate con il soggetto e gli strumenti che sono coinvolti. Non ho un “solo", come espressione personale o similare, soltanto alcune volte faccio le cose da solo.

 5_Qual è il tuo rapporto con le etichette per la realizzazione fisica dei tuoi lavori?

È una piccola scena, con molte attività. Sono grato che alcune etichette a volte pubblicano il mio lavoro. Fanno parte di una rete abbastanza forte e bella in tutto il mondo. Altrimenti mi riferisco, direi per metà del tempo, all'autoproduzione, tramite la nostra etichetta Insub.records.  Allo stesso modo, avere un'etichetta e talvolta offrire i suoi umili strumenti a musicisti / amici,  fa parte del legame che creo con un gruppo di musicisti ai quali  mi sento legato.

6_Hai progetti futuri?

Sì, sempre, anche se è un periodo strano che spesso ci colpisce nella nostra capacità di sognare.

Sto mettendo a punto una collaborazione con l' ensemble italiano Blutwurst. Avremmo dovuto suonare insieme,  ma diventerà un progetto a distanza. Sto registrando di nuovo con l' Insub Meta Orchestra. In autunno lancerò un altro progetto Insub-distances, per il quale, fra tanti ottimi musicisti, ho registrato un brano di Michael Pisaro-Liu con il clarinettista canadese Philippe Lauzier   http://insub.org/insub-distances/

Oltre a ciò, corro il rischio di menzionare qui che da un paio di mesi sto costruendo e provando cose con oggetti di bambù e con flauti ...ahah .. Mi auguro mi porterà da qualche parte un giorno ma finora è .. sperimentale ...ah ah! Ma a parte il fatto che è piuttosto divertente da fare, è anche un modo per me di mettere in discussione tutto il nostro rapporto con la tecnologia, le sue conseguenze ecologiche, la sua insostenibilità, derivante in particolare dal fatto che sono pienamente appartenente alla generazione internet + laptop. Bene, i piani futuri sono vedere come sarà il futuro e come occuparsi della relativa creazione musicale.

http://www.dincise.net/


https://www.youtube.com/watch?v=LTbE6Oj67w4



Qualche domanda e qualche risposta per approfondire la narrazione:

1_Cosa ti ha interessato o incuriosito abbastanza da spingerti a iniziare a lavorare con i suoni?

Penso che sia stata l'idea della libertà di scegliere o immaginare le proprie regole, logica o ragioni su come fare musica. Uno dei primi musicisti in questo campo che ho scoperto è stato Pierre Henry quando avevo circa 17 anni. E avendo già familiarità con gli aspetti tecnici ed elettronici attraverso la sfera dei sistemi audio e la scuola che ho fatto,era naturale iniziare a fare musica con frammenti e ritagli sonori. Sono stato anche rapidamente influenzato dal free jazz, che mi ha dato un'altra forte apertura mentale, e mi ha anche portato a iniziare a improvvisare con un mix di laptop e oggetti.A questo punto potrei citare tutta la storia della musica sperimentale !!!E ho avuto la fortuna di avere nella mia città Ginevra uno dei migliori locali del mondo, il Cave12, dove ho potuto ascoltare tutti gli eroi EAI, liberi, riduzionisti, ecc. Degli anni 2000, è stata la migliore scuola di sempre!

Ebbene, è un tale sollievo ascoltare musica che non sia fatta di stupide melodie che ti rimangono in testa per giorni .. molte persone non lo capiscono, ma il rumore o i suoni "astratti" possono essere così rilassanti, ahah…

2_È il progetto che nasce prima e poi è sviluppato con i suoni o sono i suoni che materializzano un'idea?

La cosa è cambiata grazie alla mia (ancora breve) esperienza. Sono passato lentamente dal collezionare suoni e comporre con essi, a un approccio più "immediamente concettuale".

La mia attenzione si indirizza più sui riferimenti culturali intorno ai suoni o alla musica. Questo si accorda con il fatto che adesso  sto componendo  principalmente musica "strumentale" e molto meno elettroacustica,anche se ho usato ancora molti "nastri di sottofondo" nei miei pezzi, dove lavoro sulla qualità dei suoni registrati. Sono anche estremamente affascinato da molta musica tradizionale, per lo più "extra-europea", ma non solo. Tra l’altro mi rivela quanto la liuteria "western" con la sua maestria abbia ridotto anche il nostro campo acustico e come percepiamo i suoni (come dissonanti, ecc.).

3_Qual è la differenza tra quando sei in studio, quindi quando registri qualcosa e quando devi suonare dal vivo?

La maggior parte del mio lavoro in questo momento è pensato e mirato ad essere eseguito in situazioni di concerto mentre lo studio diventa il posto dove registrarlo in un modo molto classico. Ma lo studio è naturalmente anche il luogo di lavoro dove posso scavare nelle scatole degli oggetti che ho raccolto negli anni. Questo è anche un posto dove posso lavorare sulla microfonatura o su un set-up pesante con cui non sarebbe facile viaggiare. Ad esempio ho spesso registrato più volte i suoni elettronici che voglio utilizzare in un pezzo, attraverso varie configurazioni di altoparlanti o “riverbero a molla” fatto in casa, cercando di cogliere il modo in cui questi si trasformano in qualcosa con una fisicità rilevante.

4_La collaborazione con altri artisti è molto frequente nel tuo lavoro. Cosa ne pensi?

Tanto per le idee condivise quanto per la diversità sonora che porta, le collaborazioni sono davvero la maggior parte delle mie attività. Qui devo dire con forza che avrei molte meno cose a che fare senza il mio caro e amico e collaboratore di lunga data Cyril Bondi, senza il quale forse alcuni progetti non esisterebbero (come l' Insub Meta Orchestra).È anche nella mia logica preferire di fare ogni volta progetti specifici, con le loro problematiche, che spesso sono direttamente correlate con il soggetto e gli strumenti che sono coinvolti. Non ho un “solo", come espressione personale o similare, soltanto alcune volte faccio le cose da solo.

 5_Qual è il tuo rapporto con le etichette per la realizzazione fisica dei tuoi lavori?

È una piccola scena, con molte attività. Sono grato che alcune etichette a volte pubblicano il mio lavoro. Fanno parte di una rete abbastanza forte e bella in tutto il mondo. Altrimenti mi riferisco, direi per metà del tempo, all'autoproduzione, tramite la nostra etichetta Insub.records.  Allo stesso modo, avere un'etichetta e talvolta offrire i suoi umili strumenti a musicisti / amici,  fa parte del legame che creo con un gruppo di musicisti ai quali  mi sento legato.

6_Hai progetti futuri?

Sì, sempre, anche se è un periodo strano che spesso ci colpisce nella nostra capacità di sognare.

Sto mettendo a punto una collaborazione con l' ensemble italiano Blutwurst. Avremmo dovuto suonare insieme,  ma diventerà un progetto a distanza. Sto registrando di nuovo con l' Insub Meta Orchestra. In autunno lancerò un altro progetto Insub-distances, per il quale, fra tanti ottimi musicisti, ho registrato un brano di Michael Pisaro-Liu con il clarinettista canadese Philippe Lauzier   http://insub.org/insub-distances/

Oltre a ciò, corro il rischio di menzionare qui che da un paio di mesi sto costruendo e provando cose con oggetti di bambù e con flauti ...ahah .. Mi auguro mi porterà da qualche parte un giorno ma finora è .. sperimentale ...ah ah! Ma a parte il fatto che è piuttosto divertente da fare, è anche un modo per me di mettere in discussione tutto il nostro rapporto con la tecnologia, le sue conseguenze ecologiche, la sua insostenibilità, derivante in particolare dal fatto che sono pienamente appartenente alla generazione internet + laptop. Bene, i piani futuri sono vedere come sarà il futuro e come occuparsi della relativa creazione musicale.

http://www.dincise.net/

https://www.youtube.com/watch?v=LTbE6Oj67w4

DANIELE CIULLINI